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Sono qui negli Stati Uniti da ormai un mese e sto vivendo la mia esperienza al meglio.
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La mia esperienza negli USA
Partire per un anno all’estero come exchange student è un viaggio che cambia la vita. Oggi, vi raccontiamo l’esperienza di Riccardo, che ha trascorso un anno all’estero in America. Attraverso le sue parole, scopriremo come si sta adattando alla sua host family, la vita nella high school americana e le avventure che sta vivendo. Segui il racconto dell’anno all’estero negli Stati Uniti di Riccardo e immergiti nell’esperienza di vivere in una cultura diversa, lontano da casa, ma sempre più vicino a sé stessi.

La mia esperienza negli USA
Partire per un anno all’estero come exchange student è un viaggio che cambia la vita. Oggi, vi raccontiamo l’esperienza di Riccardo, che ha trascorso un anno all’estero in America. Attraverso le sue parole, scopriremo come si sta adattando alla sua host family, la vita nella high school americana e le avventure che sta vivendo. Segui il racconto dell’anno all’estero negli Stati Uniti di Riccardo e immergiti nell’esperienza di vivere in una cultura diversa, lontano da casa, ma sempre più vicino a sé stessi.

“Sono qui negli Stati Uniti da ormai un mese e sto vivendo la mia esperienza al meglio.

La famiglia ospitante è gentilissima. La madre ospitante cucina molto bene e mi ritengo molto fortunato perché non tutti gli americani sanno cucinare. Poiché è di origine araba non solo c’è uno scambio di cultura italiana e tedesca (il mio double placement) ma anche della cultura orientale. Sono molti i piatti che ci ha cucinato e li trovo tutti deliziosi.

Altro aspetto importante di questa esperienza è l’high school americana, ma soprattutto le amicizie. La mia scuola è pubblica ed è molto grande. Abbiamo tutte le materie possibili ed immaginabili, pensate che abbiamo anche una classe di cucina. I professori sono molto disponibili e capiscono i problemi della barriera linguistica, che con il tempo si sta assottigliando sempre di più. I programmi americani sono più semplici di quelli italiani, ma dipende sempre dal grado che si prende. Io essendo senior ho come requisito minimo per inglese, inglese 4, ma ci sono anche gli AP e gli honors, che sono classi più difficili. Per matematica ho preso pre-calcolo che dovrebbe corrispondere al programma del mio quarto scientifico, ma nella pratica stiamo facendo cose che io ho fatto in terzo. Sono molto contento da questo punto di vista, perché sto studiando senza la pressione e lo stress della scuola italiana. Quest’anno mi diplomerò anche qui negli Stati Uniti, con un vero e proprio diploma. Questo purtroppo non è consentito in tutte le scuola, ma per fortuna la mia scuola mi ha dato questa possibilità.

Avendo iniziato la scuola con due settimane di ritardo, avevo molta paura di non riuscire a farmi degli amici, ma gli americani sono molto socievoli e mi hanno permesso di entrare nei loro gruppi. Usciamo molto spesso insieme a mangiare in ristoranti. Qui le porzioni sono giganti e ovviamente anche i prezzi sono leggermente più alti dell’Italia.

Un’altra cosa che gli americani amano fare è andare da Walmart e girare per il supermercato. Sono stato a due partite di football e ho avuto due esperienze completamente diverse. La prima era una novità, gli spalti erano pieni ed è stata molto coinvolgente. La seconda purtroppo è arrivato il freddo (8 gradi) e non c’erano molte persone. È stata divertente nonostante tutto. Questa è la mia esperienza per il momento. :)”

Riccardo – Anno Scolastico, Illinois (Stati Uniti)

“Sono qui negli Stati Uniti da ormai un mese e sto vivendo la mia esperienza al meglio.

La famiglia ospitante è gentilissima. La madre ospitante cucina molto bene e mi ritengo molto fortunato perché non tutti gli americani sanno cucinare. Poiché è di origine araba non solo c’è uno scambio di cultura italiana e tedesca (il mio double placement) ma anche della cultura orientale. Sono molti i piatti che ci ha cucinato e li trovo tutti deliziosi.

Altro aspetto importante di questa esperienza è l’high school americana, ma soprattutto le amicizie. La mia scuola è pubblica ed è molto grande. Abbiamo tutte le materie possibili ed immaginabili, pensate che abbiamo anche una classe di cucina. I professori sono molto disponibili e capiscono i problemi della barriera linguistica, che con il tempo si sta assottigliando sempre di più. I programmi americani sono più semplici di quelli italiani, ma dipende sempre dal grado che si prende. Io essendo senior ho come requisito minimo per inglese, inglese 4, ma ci sono anche gli AP e gli honors, che sono classi più difficili. Per matematica ho preso pre-calcolo che dovrebbe corrispondere al programma del mio quarto scientifico, ma nella pratica stiamo facendo cose che io ho fatto in terzo. Sono molto contento da questo punto di vista, perché sto studiando senza la pressione e lo stress della scuola italiana. Quest’anno mi diplomerò anche qui negli Stati Uniti, con un vero e proprio diploma. Questo purtroppo non è consentito in tutte le scuola, ma per fortuna la mia scuola mi ha dato questa possibilità.

Avendo iniziato la scuola con due settimane di ritardo, avevo molta paura di non riuscire a farmi degli amici, ma gli americani sono molto socievoli e mi hanno permesso di entrare nei loro gruppi. Usciamo molto spesso insieme a mangiare in ristoranti. Qui le porzioni sono giganti e ovviamente anche i prezzi sono leggermente più alti dell’Italia.

Un’altra cosa che gli americani amano fare è andare da Walmart e girare per il supermercato. Sono stato a due partite di football e ho avuto due esperienze completamente diverse. La prima era una novità, gli spalti erano pieni ed è stata molto coinvolgente. La seconda purtroppo è arrivato il freddo (8 gradi) e non c’erano molte persone. È stata divertente nonostante tutto. Questa è la mia esperienza per il momento. :)”

Riccardo – Anno Scolastico, Illinois (Stati Uniti)

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